Storia

LA NOSTRA STORIA

 

Cappella Devozionale

La Chiesa della Mercede, eretta per un voto personale e strettamente familiare, assurse ben presto – nel comune sentire della gente – al rango di chiesa di quartiere anche se, giuridicamente, in quel momento, era una semplice cappella devozionale privata.

Perché – fin dagli inizi – tanto attaccamento e poi anche tanto entusiasmo per la Chiesa della Mercede da parte della gente del luogo?

Certamente per la loro grande fede e religiosità, ma anche perché la chiesa – snella, luminosa, caratteristica – era stata eretta al posto giusto e nel momento più opportuno.

 

Al posto giusto

Il futuro quartiere, o meglio, la periferia orientale di Sanremo cresceva dentro confini piuttosto spontanei, essendo delimitata, ad ovest, dalla villa Ormond con il suo grande parco e, ad est, dallo slargo poi utilizzato per il campo sportivo. Dopo di lì, il territorio, tra collina e mare, tendeva a restringersi.

La chiesa veniva, dunque, a trovarsi nel bel mezzo del territorio. Da lì, inoltre, si dipartivano diversi sentieri e stradine che andando verso la vallata o inerpicandosi per le colline prefiguravano le arterie del nuovo centro.

 

Nel momento più opportuno

Proprio in quegli anni, alle poche e lussuose ville sparse lungo la riviera e su per i declivi, si andavano aggiungendo alloggi su alloggi, certamente meno pregiati, ma sicuramente molto numerosi e, soprattutto, molto affollati. Come conseguenza, la gente, soprattutto quella nuova, sentiva sempre più il bisogno di un posto dove ritrovarsi, conoscersi, stare insieme, pregare insieme, divenire comunità.

Quella Chiesa, crescendo in perfetta sintonia con il Quartiere e il suo vivace sviluppo, sarebbe divenuta il coagulo della sua storia e il punto di riferimento di una vasta realtà parrocchiale.

Giovanni Battista Parodi (Juan) e sua moglie Luigia Goetta, sanremesi, emigrati in America Latina, si stabilirono a Guayaquil, nella seconda metà dell’ Ottocento.

In Ecuador Juan, tenacissimo ed intelligente lavoratore, si affermò quasi subito, tanto nel campo commerciale quanto in quello industriale; con rara sagacia – come riferisce un giornale dell’epoca – egli acquistò vaste piantagioni, portò avanti con ardimento impegnativi lavori di bonifica, trattò importanti operazioni immobiliari e creò delle “fazende” modello che gli procurarono copiosi guadagni, trattando anche importanti operazioni immobiliari. Seppe, con oculatezza, tenersi a galla nei frequenti e improvvisi rivolgimenti politici, tipici delle giovani nazioni sudamericane.

 

Il voto a N.S. della Mercede

Nel 1893, durante una grave epidemia, Luigia Parodi si ammalò gravemente. In quell’occasione Ella promise solennemente alla Madonna della Mercede – in pieno accordo con il marito – di costruire in suo onore una chiesa se si fosse salvata e se entrambi avessero avuta la buona sorte di tornare a Sanremo.

Nell’America Latina, la Vergine è molto conosciuta con il titolo di “Signora della Mercede” ed è molto venerata nel mondo di lingua ispanica insieme a N.S. delle Guadalupe e alla Virgen del Pilar, grazie alla devozione portata laggiù dai Padri Mercedari spagnoli.

L’Ordine della Mercede

Sorto per liberare gli schiavi con il pagamento di un riscatto, di un prezzo, di una mercede (da qui il nome dell’Ordine e il titolo dato alla Vergine che, con le sue apparizioni, ne aveva ispirato la fondazione). Si era sviluppato sulle coste del Mediterraneo dove i Saraceni spadroneggiavano e, nelle loro scorribande, catturavano uomini e donne per venderli come schiavi.

La missione dei Mercedari era di riscattare questi prigionieri pagando il prezzo richiesto dai mercanti o anche, per essersi obbligati con un voto, di consegnare sé stessi al posto degli schiavi se il denaro non era sufficiente.

Quest’Ordine ha avuto più di 1500 martiri.

 

L’adempimento del voto

I coniugi Parodi ritornati a Sanremo, con i loro numerosi figli, sani e salvi mantennero la promessa facendo costruire, dall’ingegnere Giulio Franco Gilli, la cappella ex voto, nei primi anni del secolo scorso, nel rione di San Martino, proprio nel parco della loro sontuosa villa.

L’attivismo dei Parodi

I Parodi, come è noto, nei primi decenni del ‘900 costituirono una delle famiglie più facoltose e in vista della città, nella quale erano proprietari di ville, palazzi e alberghi. Giovanni Battista Parodi e la moglie Luigia si distinsero anche per generose opere di carità e pietà.

Juan Parodi, al rientro in Sanremo, si dedicò, oltre che alla costruzione della Chiesa, “ad altre grandi opere dimostrando inoltre grande attaccamento alla sua città, alquanto trascurata in quel periodo, abbellendola con meravigliose ville e giardini di rara bellezza”.

Ricoprì anche, e per diversi anni, la carica di Consigliere comunale, profondendo in questo impegno la sua straordinaria energia e la sua comprovata competenza.

Per le sue geniali intuizioni e le numerose realizzazioni gli fu conferito il titolo di cavaliere. Riscosse – inoltre – l’incondizionato plauso e la sentita riconoscenza del Quartiere tutto e della cittadinanza.

 

Primi Anni

La cappella ultimata nel 1904, fu benedetta e consacrata dal Vescovo Mons. Ambrogio D’Affra l’8 settembre – giorno della natività di Maria – per essere pronta per la solennità della Mercede, il 24 settembre: giorno dedicato alla prima solenne festa religiosa e di quartiere.

La nostra chiesa, una cappella devozionale frequentata da un numero crescente di fedeli, veniva officiata da volenterosi cappellani, provenienti, nei primi sedici anni, o dalla chiesa della Marina (via Gaudio) o dall’Opera della Divina Provvidenza di Don Orione (corso Cavallotti). Spesso era lo stesso Don Orione, fondatore dell’Opera ed ora proclamato Santo, a celebrare i sacri riti.

 

I Frati Minori

Nel 1920, avendo il Quartiere raggiunto una sua consolidata dimensione ed essendo cresciuto ulteriormente il numero dei fedeli partecipanti, il Vescovo di Ventimiglia invitò a reggere la “cappellania”, in modo continuativo e definitivo, i Frati Minori della Provincia Francescana Ligure che, stabilitisi nel piccolo convento adiacente alla chiesa, iniziarono un’encomiabile attività apostolica e organizzativa.

I primi Frati furono: Padre Riello, superiore della piccola comunità, Padre Candido Moro, che da li a qualche anno sarebbe stato nominato vescovo di Bengasi, e Padre Colombo, un ottimo musicista che organizzò e istruì il primo coro della chiesa di San Martino, dando così l’avvio ad una tradizione musicale che perdura tutt’oggi.


Anni di sviluppo

Il Quartiere, intanto, “si era arricchito di altre abitazioni”. Con i nuovi insediamenti cresceva ulteriormente la popolazione. Le funzioni nella Chiesa della Mercede erano sempre più nutrite, anche per il solerte lavoro dei Frati che ne avevano cura.

L’esigenza che la Chiesa diventasse sede parrocchiale era sempre più sentita e il desiderio sempre più vivo. Il quartiere, infatti, faceva ancora parte della parrocchia “Santa Maria degli Angeli” e la gente – fatta eccezione per le Messe e le “devozioni” – doveva recarsi, per tutto il resto (Battesimi, Cresime, Prime comunioni, Matrimoni, certificati) presso detta chiesa, ubicata al centro della città.

I tempi, però, stavano maturando e alcune iniziative resero più facili le decisioni per il futuro della chiesa.

Nel 1937 la Provincia Francescana Ligure acquistò dalla Famiglia Parodi, ancora beneficiaria, i diritti sulla chiesa.

Padre Camillo Romano che, in compagnia di padre Anselmo Perrone, era subentrato ai padri “pionieri”, pensò di ingrandire la chiesa – ancora ad unica navata – facendo costruire, su progetto dell’architetto Gabrielli, una seconda navata sul lato sinistro, in attesa di completare l’opera con la terza sul lato destro, verso il torrente.

 

Finalmente Parrocchia!

Il 26 novembre del 1938 il Vescovo Mons.Agostino Rousset firmò il decreto per l’erezione a parrocchia della Chiesa della Mercede e nominò primo parroco Padre Camillo che tanto aveva fatto per questa realizzazione.

E così la chiesa, diventata parrocchia, poteva dirsi fisicamente e spiritualmente pronta, “accogliente e solidale… per l’iniziazione cristiana, l’educazione e la celebrazione della fede… l’ascolto della Parola di Dio, il dialogo liturgico e personale con Cristo”, cioè “il luogo ordinario dove i fedeli si riuniscono per crescere nella fede, celebrare i sacramenti, imparare uno stile di vita comunitaria, acquisire la consapevolezza di essere popolo di Dio” (Giovanni Paolo II, Christifideles laici).

 

La Bufera

“Sembrava un periodo tranquillo e pieno di speranze, ma il fuoco covava sotto la cenere e la tranquillità fu sconvolta da uno dei più terribili conflitti che abbia colpito l’Italia: la Seconda Guerra Mondiale”.

La nostra parrocchia, nata da poco, “lavorò per aiutare, lenire, consolare tutti coloro che vivevano momenti di paura, di angoscia, di smarrimento” (Tina Bensa).

 

La Ripresa

Dopo cinque lunghi anni, passata la bufera e rimarginate le ferite, la vita riprese, e riprese anche quella della Chiesa della Mercede.

Lungo gli anni vi fu un normale avvicendarsi di frati e di parroci: Padre Camillo (dal ‘38 al ‘54), Padre Anselmo (dal ‘54 al ‘67), Padre Guglielmo (dal ‘67 al ‘73).

Il tempo delle Realizzazioni

Negli anni ottanta, finalmente, vennero a maturazione importanti decisioni. Messi da parte, per necessità i sogni e i grandiosi progetti per una chiesa completamente nuova e all’altezza del futuro del Quartiere San Martino – ad opera della Provincia Francescana Ligure e su progetto dell’Ing. Barabino – fu ingrandita e ampiamente ristrutturata la chiesa del 1904, insieme al convento e alle annesse opere parrocchiali, per un adeguamento alle nuove esigenze.


In quest’ultimo scorcio di tempo – quello delle realizzazioni, dello sviluppo e dei cambiamenti – la parrocchia è stata retta da Padre Lodovico (dal ‘73 al ‘88), Padre Mario (dal ‘88 al ‘92) e Padre Giuseppe (dal ‘92 al ‘97).

 

Cambiamento Epocale

Nel settembre del 1997 avvenne un cambiamento epocale nella conduzione della parrocchia.

I Frati della Provincia Francescana Ligure, responsabili dal 1920 della Chiesa della Mercede, hanno dovuto constatare – negli ultimi decenni del secolo scorso – che il loro numero, a causa di naturale obsolescenza unita a crisi vocazionale, si andava assottigliando, tanto da non consentire più un efficace impegno nelle numerose chiese affidate dai Vescovi all’ Ordine Francescano.

Chiesero, allora, collaborazione all’amica provincia di Cracovia (Polonia), ricca di vocazioni e di frati giovani, pronti ad un generoso apostolato, anche fuori dal loro territorio.

La Provincia Ligure li accolse come una benedizione del cielo e il Ministro Provinciale del tempo, Padre Giacomo Massa, presentò – il 14 settembre 1997 – i Frati provenienti da Cracovia alla comunità parrocchiale di San Martino che li accolse con simpatia ed entusiasmo.

 

I Frati venuti da lontano

Erano tre:

Padre Romualdo Kaliński – superiore della piccola comunità e uomo di grande esperienza, già confessore ufficiale nella Basilica Lateranense in Roma.

Padre Edmondo Urbański – professore di Sacra Scrittura, ottimo predicatore, severo e cordiale ad un tempo – in qualità di Parroco “pro tempore”.

Padre Dario Sambora – vicario, vivace, con grande ascendente sui giovani.

Conoscevano già l’italiano e, in breve, si resero padroni della lingua, della mentalità e delle abitudini nostrane, tanto da rendere difficile l’individuazione della loro origine.

Negli anni seguenti i primi tre furono sostituiti da altri e – com’è di regola nelle Comunità Francescane – da altri ancora.

 

I Parroci

Dal 1998 al 2005 Padre Cristoforo Paszkiewicz resse le sorti della Parrocchia dando una decisa impronta sia all’attività religiosa che alle opere e alle organizzazioni parrocchiali.
Nominato Rettore del Seminario Francescano di Cracovia, fu richiamato in patria, lasciando in Parrocchia un sentito rimpianto.

Padre Pietro Wach – vice per alcuni anni di Padre Cristoforo, fu ed è il suo successore e continuatore.

 

I Collaboratori

In questi 15 anni circa, altri Padri, in prevalenza giovani, hanno validamente collaborato con i due titolari della parrocchia, sono:


Padre Gaspare Kaproń

Padre Cristoforo Smoła

Padre Giovanni Trojanowicz

Padre Fiorenzo Szewc

Padre Emanuele Kubiatowski

Padre Cipriano Mazurek

Padre Pietro Buchowicz

Padre Luca Luszczek

Padre Arcadio Blecharczyk

Padre Timoteo Maszalek

Padre Paolo Rosolowski
Padre Mario Firszt


Questi Padri, giovani, validi e pieni di entusiasmo, sono al passo con i tempi e si inseriscono molto bene nell’ambiente.

Ringraziamo il Signore e preghiamo per loro.

E la storia continua …

 

Se i primi 100 anni della Chiesa della Mercede – festeggiati solennemente nel 2004 – sembrano denunciare una certa antichità della sua storia, la sua attività testimonia, invece, una sua prorompente giovinezza e una grande vitalità.

 

Prorompente Giovinezza

Una Chiesa, che cerca di attuare un apostolato vivace, che non si adagia sul tramandato, anzi lo valorizza e cerca strade nuove e tenta nuove sperimentazioni per adeguarsi ai tempi … è giovane.

 

Grande Vitalità

Una Chiesa organizzata con Associazioni (Azione Cattolica, Terz’ordine, Gifra, Attività Missionaria, Scout), Corsi Catechistici che accolgono i bambini in età scolare per prepararli alla pratica cristiana e alle Prime Comunioni, tre Cori che animano le sante Messe,
la Caritas che “chiede a chi può dare” (vestiario tutto l’anno, generi alimentari a Natale e Pasqua) “per offrire a chi necessita” e altre attività ancora … è vitale…

AD MAIORA, allora, Chiesetta della Mercede – “snella, luminosa, caratteristica” – ma, soprattutto, tanto “amica” e tanto “accogliente”!!!

 


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